Dopo molti decenni di articoli e interviste, documentazioni tecniche certificate e tesi di architettura rivolte allo studio profondo della materia, si può decisamente affermare che ogni novità impiegata nel mondo della bioedilizia oggi viene conosciuta, divulgata e condivisa in un attimo con un semplice “clic”. Qui raccontiamo il nostro cotto artigianale.
Ma vi siete mai chiesti quali fossero i criteri di scelta, oltre a quelli espressivi legati alle epoche di riferimento, per le pavimentazioni usate nei palazzi dei loro ricchi e potenti committenti dai grandi architetti del Rinascimento, quando l’unica fonte di divulgazione era il passaparola? Sicuramente la soluzione era quella di usare materiali naturali possibilmente poco distanti dal cantiere, affidabili come resistenza e stilisticamente in linea con l’autenticità delle opere d’arte che avevano in mente di realizzare o far realizzare negli ambienti stessi.
Un prodotto apprezzatissimo sicuramente era il marmo, anzi forse rappresentava la primissima scelta per tutti, poiché sinonimo dell’eleganza di quell’epoca per le sue proprietà: grandi dimensioni ottenibili dalle lastre volte a geometrie fatte di incastri ed intarsi e per i molteplici colori disponibili.
Come ad esempio i marmi usati per i pavimenti degli appartamenti imperiali del Palazzo del Quirinale a Roma. Ma non sempre è stata l’unica scelta e non per tutti gli ambienti.
Ad esempio Il Salone dei Cinquecento, che è la sala più grande e più importante sotto il profilo storico-artistico di Palazzo Vecchio a Firenze, con i suoi 1.242 mq di pavimenti a spina di pesce in cotto levigato e rettificato fa capire che forse il Vasari lo scelse perché era il prodotto più giusto per mettere in risalto il mirabile soffitto a cassettoni, dove una serie di pitture sul tema dell’esaltazione di Cosimo I, delle sue opere e della sua casata, sono incorniciate da magnifici intagli dorati.
Per l’appunto, queste finiture sul cotto come venivano realizzate? La levigatura “arrotatura” avveniva tramite lo sfregamento di polveri finissime come smeriglio, pomice, arenarie dure e sabbia che, miscelate ad acqua, diventavano molto abrasive.
Queste conoscenze e studi oggi li troviamo come patrimonio culturale e sono a nostra disposizione, per , per il nostro cotto artigianale, presso le botteghe artigiane di vecchi fornaciari, ampliando così l’offerta del cotto fatto a mano per colori, superfici e dimensioni. L’avvento di Internet ha poi rivoluzionato il nostro modo di percepire la materia.
Basta solo digitare la “parola chiave” di riferimento e si apre un mondo dove da siti ufficiali o profili social abbiamo già pronte immagini di prodotti singoli o di ambientazioni realizzate da scegliere. Il comportamento dell’utente quindi segue un iter di ricerca molto preciso.
Si individuano prima gli stili conformi alle proprie necessità: rustico, elegante o contemporaneo (dove si interpretano colori, forme e superfici). Successivamente viene contattata l’azienda che ormai anche nelle più piccole realtà ha sempre una figura commerciale che sa inviare informazioni tecniche campioni, spedendo presso lo studio d’architettura o direttamente a casa dell’interessato. Tutte le fornaci propongono lo stesso sistema di lavoro: consegna del cotto, posa in opera e trattamento sul posto. Ed infine viene scelto il partner produttivo che ha raggiunto il più soddisfacente risultato costo / beneficio. L’empatia trasmessa dalla figura commerciale è di certo un fattore determinante, anche perché, a differenza di tutti i prodotti commerciali per i pavimenti, il cotto fatto a mano non sarà mai un prodotto che si acquista senza che nessuno ci metta competenza e personalità. Mentre analizzando il costo medio del prodotto finito, inteso come acquisto del materiale e finitura di trattamento sul posto, si deve pensare che ha un peso importante nel budget spesso assottigliato dalle “vicissitudini del cantiere”, fino alla sua messa in opera. Altro fattore discriminante nella scelta delle pavimentazioni sono i tempi di produzione del cotto fatto a mano.
Ma rimane comunque la necessità di non doversi accontentare e di non cadere nella trappola offerta dai commercianti con prodotti simili a quelli naturali come il grés, che sembrano un rimedio ad ogni problema ma sono ben distanti da quello che è il nostro cotto artigianale. Dalle nostre analisi abbiamo determinato che l’incidenza in percuentuale del costo di un pavimento artigianale di media qualità: cotto, parquet, pietra o marmo, generalmente incide intorno al 4%, a volte quanto quello di un buon grés! Quindi rispetto a tutto il costo di realizzazione ed i tempi di esecuzione è davvero poco rilevante e conviene assolutamente non sbagliare la scelta del pavimento giusto, anche perché un pavimento artigianale aumenta il valore dell’opera finita ed è una sorta di investimento a parità di costi con quello industriale, visti soprattutto gli alti costi totali di una costruzione edilizia nuova o di una ristrutturazione ed i loro lunghi tempi che ci si trova ad affrontare, intoppi burocratici a parte. Però rimane sempre una questione importante da risolvere, quel processo che porta a garantire un risultato di un’aspettativa di prodotto visto e desiderato in foto o dal vivo in fase preliminare dell’ordine da parte del progettista e del cliente. Con questo non vogliamo in nessun modo screditare il valore reale di ogni singolo artigiano che si impegna, nonostante i continui rincari delle materie prime con passione e dedizione, a portare avanti il mestiere faticoso e complesso del fornaciaro. Noi di Living Cotto, per il nostro cotto artigianale, abbiamo semplicemente rivoluzionato i sistemi di lavoro per ottimizzare i tempi tecnici in cantiere.
Dopo queste premesse, che sono frutto di anni di esperienza e specifici studi di mercato, entriamo in gioco noi di Living Cotto e con la nostra proposta e il nostro cotto artigianale: Collezione Elementi.
Questa collezione consente di installare il cotto fatto a mano a basso spessore e già trattato, riducendo mediamente dai 40 ai 60 giorni la fine dei lavori e soprattutto consentendo di seguire il ritmo dei colori scelto all’ordine, poiché il cotto solo così non subisce alterazioni cromatiche dovute dai successivi interventi d’opera (prima bagnatura e asciugatura dopo la stuccatura, seconda bagnatura e asciugatura dopo il lavaggio disincrostante).
IL VANTAGGIO DI NON DOVER USARE SABBIA E CEMENTO NELLA POSA:
In Italia e nel mondo, ogni cotto posato e stuccato con o senza pretrattamenti idrorepellenti (utili maggiormente per la fase di stuccatura), devono asciugare ed espellere in superficie dalle fughe l’umidità di risalita sotto forma di salnitrazione (patina biancastra) e solfati (macchie di colore scuro). Per riuscire a completare questo processo, visto che sono ormai diventati pavimenti a tutti gli effetti, in relazione agli ambienti (più o meno asciutti, più o meno areati) abbiamo un lasso di tempo non pianificabile.
Questo significa che non è garantibile, da parte di nessun operatore, offrire tempi certi di fine lavori. In pratica, se abbiamo visto un colore, una soluzione di trattamento preliminarmente, non si può determinare una specifica data per capire quando quel prodotto sarà disponibile alla sua ultima trasformazione, ovvero il trattamento. L’operazione del trattamento è divisa in due fasi importanti: la prima è il lavaggio disincrostante, la seconda il trattamento antimacchia. Sulla prima (lavaggio disincrostante) vengono sul posto portate delle macchine dotate di spazzole rotanti mordide o dure e viene lavato il pavimento con una soluzione acida (circa 1 litro per mq ad ogni passaggio e con circa il 33% di acido cloridrico tamponato). A seconda delle incrostazioni calcaree residue i lavaggi possono essere ripetuti più volte (in media 2 volte quindi 2 litri al mq = circa 0,60 litri di acido al mq e circa 1,40 litri di acqua) Poi viene risciacquato con sola acqua, ma per più tempo (circa 2 litri per mq) La maggior parte delle volte si deve anche aggiungere un altro tipo di lavaggio disincrostante per eliminare alcune macchie di umidità che appaiono scure e che non sono assolutamente scontate che si riescano ad elemininare e quindi oltre al lavagggio acido si ricorre al lavaggio alcalino, con gli stessi consumi prima. Due operatori riescono a lavare, risciacquare ed apirare bene in un giorno massimo 100 mq di pavimenti. Totale liquidi assorbiti ed aspirati per lavaggio acido circa 4 litri per mq + ulteriori 4 litri per mq per il lavaggio alcalino (Totale circa 8 litri per mq). Alla fine di questa operazione il pavimento ha il 100% di umidità e rimane inoltre da risolvere un fattore cruciale molto critico: lo smaltimento dei liquidi prodotti (tossici) che non possono e non devono essere dispersi nell’ambiente.
La seconda fase è composta dal trattamento antimacchia e dalla finitura a cera. Questa operazione si può eseguire solo a pavimento asciutto o al limite con una umidità residua inferiore al 40% per avere la garanzia e l’efficacia dell’antimacchia e per escludere successive problematiche a fine lavori. La succesione dei prodotti del trattamento è molto più veloce, solitamente 100 mq si finiscono in 3 giorni, ma dal lavaggio e la “ceratura” possono trascorrere minimo 9 giorni, dove viene richiesto il fermo cantiere per non compromettere il risultato finale e l’areazione quotidiana degli ambienti. Abbiamo voluto descrivervi queste informazioni tecniche perché la consapevolezza di scegliere un cotto diverso dal nostro porta queste conseguenze inevitabili.
IL NOSTRO COTTO ARTIGIANALE E IL NOSTRO TRATTAMENTO: SIAMO UNA CERTEZZA
Ogni singolo pezzo, successivamente alla prima asciugatura, viene steso a terra, disincrostato, trattato e lucidato a mano, con prodotti biologici ed ecosostenibili, il che consente di soddisfare il pattern studiato dal progettista e/o committente nel rispetto totale della salute degli operatori e dell’ambiente. I test eseguiti sul prodotto confermano, per il nostro cotto artigianale, un’eccezionale resistenza alla macchia di sostanze liquidi comuni, avvisiamo che l’unico prodotto che dopo 3 ore di permanenza è riuscito a passare il trattamento è l’olio extra vergine d’oliva crudo.
Abbiamo studiato e testato un comodissimo sistema di rimozione delle macchie d’olio garantito al 100% “fai da te” e nel caso non riuscisse il committente a risolvere da solo attraverso i prodotti e i sistemi forniti, saremo pronti, per il nostro cotto artigianale, a risolverlo a nostre spese, con i nostri operatori.
Teniamo a precisare che dalla fine dell’operazione di stuccatura e pulitura del pavimento il sistema pre-finito permette in un solo giorno di poter calpestare e vivere liberamente il pavimento. Ogni prodotto di pulizia ordinaria, straordinaria e di conservazione potrà essere comodamente ordinato e consegnato con i materiali. L’operato della nostra azienda non è soltanto finalizzato alla semplice vendita del prodotto, ma soprattutto alla fidelizzazione del cliente che si esplica con un’elevata attenzione da parte di Living Cotto, per il nostro cotto artigianale, a tutte le fasi operative del cantiere (coordinamento, posa in opera). Il nostro obiettivo è quello di consegnare un lavoro fatto veramente “a regola d’arte”, biologico ed ecosostenibile sotto ogni singolo aspetto.